tradimenti
I nuovi vicini di casa
di single80fe
29.06.2019 |
33.243 |
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"Sono immerso nel piacere, e inizio a far scorrere la mano sull’asta, lentissimo..."
Una sveglia soffocata dal caldo, una doccia minimamente rinfrescante. Maledetto climatizzatore rotto e maledetto pure il cambiamento climatico.Non ho voglia di fare realmente nulla. Il calore è soffocante, la pelle quasi ancora umida. Ho voglia di andare a correre e per poco non ce la faccio pure. Mi vesto, iphone nelle orecchie, una compilation ad hoc per la corsa, preparata sul mix tra chitarre e elettronica che ancora mi fa ballare. Metto il naso fuori di casa e il clima è letteralmente impossibile.
O meglio, per oggi, decido di assecondare la mia naturale pigrizia. Domani andrà meglio.
Ma che fare, in questa calda mattina? Sono ancora vagamente eccitato da ieri. È da un po’ che seguo una dieta con aggiunta di zinco, pare rinforzi gli appetiti sessuali, almeno così dice la scienza. Ciò che la scienza non dice, però, è perché io debba rinforzarli: un quarantenne, single, che è tornato ad avere le voglie di un ragazzino, con le perversioni di un adulto sperimentatore. Pessimo mix.
La dozzina di ostriche di ieri, il metodo classico a illuminare le bollicine, la biondissima amica a cena. Solo il ritorno brillo mi ha impedito di masturbarmi (se ve lo state chiedendo: la biondissima me la scoperei volentieri, ma non è del mio partito).
Ora penso che dovrei iniziare la giornata: succo d’arancia appena spremute e microdose di thc, così mi posso sentire in California.
Mi spoglio completamente nudo, come faccio di solito in queste giornate afose, e mi sdraio sul divano. Inizio una serie tv, una di quelle che amo molto, ma la mente si perde, vaga, torna, anzi.
Prendo lo smartphone, in un gesto che conoscere: apro Annunci69 e sbrigo un po’ di corrispondenza. L’uccello inizia a muoversi da solo, lo sento ingrossarsi. Guardo un po’ di profili, vedo un po’ di foto, mi perdo in alcune parole. L’erezione è ormai a metà strada. Ma oggi voglio lasciarla crescere da sola, prima di metterci le mani.
Mi imbatto in una esibizionista che avevo trascurato un po’: e inizio a guardarne i video. Ne ammiro la bocca magnifica, non dentata come quella di alcuni pessimi incontri. La vedo far scivolare le labbra su uccelli durissimi, leccare due cappelle insieme, e tre uccelli con un’amica, fino a farne sborrare abbondantemente uno tra le loro lingue impegnate in quello che oserei definire un limone durissimo.
Non mi sono nemmeno accorto che le mie dita stanno giocando sulla cappella gonfia. Lo guardo: è normale, il mio uccello. Duro, curvo verso l’alto, grosso a metà e con una bella cappella rossa, mi piace sempre quando ci si soffermano con la lingua, come vedo sa fare l’esibizionista del video.
Sono immerso nel piacere, e inizio a far scorrere la mano sull’asta, lentissimo. Con questo caldo mi regalerò una sega di quelle belle, almeno spero. A volte i cellulari distraggono e si resta a metà.
Mentre gioco con il polpastrello sul frenulo, sento alle mie spalle un clic, da macchina fotografica, seguito da una voce:
- La mando subito al mio ragazzo! Avevo ragione, sei proprio un porco!
Mi rendo conto, tra i fumi e il cazzo duro, di:
- Avere la finestra spalancata a causa del condizionatore rotto
- Di essermi alzato in piedi e di guardare la mia nuova vicina di casa, che mi ha appena fotografato, a uccello duro e nudo
- Che sono ad un passo da una vera e propria figura di merda
- Aspetta! - le dico, cercando qualcosa per rivestirmi
- Ma aspetta cosa? Viviamo qui da un mese e ti ho già visto dieci volte segarti sul divano, maiale! - La guardo, mi riprendo un attimo. L’avevo notata, sempre incollata al suo ragazzo, qualche giorno fa. Una biondina con i capelli a caschetto, abbastanza semplice nel trucco, eccezion fatta per le labbra rossissime. Piccolina, magra, ma ora, con il top e la pancia piatta nuda e sudaticcia, ne noto un seno importante, tra le terza e la quarta. E ha i capezzoli duri, la ragazza.
- Guarda che tutti si masturbano, cara! - Ma lo dico mentre cerco uno straccio di mutanda.
- Ora rivestiti, maiale, apri la porta, offrimi un caffè e aspettiamo insieme il mio ragazzo, che non ci credeva, che fossi un tale maiale! - Alza un po’ la voce, ma sembra più per farsi sentire dai vicini che per una reale arrabbiatura. Gli occhi chiari continuano a non distogliersi da me. Mi metto un paio di pantaloncini senza mutande, e una maglietta.
La faccio entrare, imbarazzato. La casa non è al suo meglio, un uomo single che lavora molto ha solo il weekend per rassettare, ed è solo sabato mattina.
- Ah, bravo, pure le cannette. - Dice sarcastica, prendendo la metà rimasta e accendendosela. - Questo caffè arriva?
C’è un’allegria nella sua voce che non riesco a spiegare, mi ammalia, mi intriga, ma non vorrei fosse una trappola. Speriamo almeno che il suo ragazzo non mi meni.
Preparo i caffè, mentre lei si è quasi sdraiata sul divano, a piedi e pancia nuda. Indossa degli short sportivi, sarà andata a correre.
- Ma guarda te, rientro da una passeggiata e sono costretta a vedermi il tuo bel cazzo duro. Sai che mi fermo a guardarti, ogni tanto? - Ok, ok, sembra una fantasia. Certo, lo sembra.
Mi siedo nella parte rimanente del divano.
- Preferisco le esibizioniste alle voyer.
- A giudicare dalla reazione del tuo cazzo, stai mentendo - E mette la pianta del piede sopra al cazzo, sui pantaloncini, con le dita a stringere e premere la cappella. Sì, adesso il cazzo sta scoppiando. Lei continua a fumare e mi porge l’ultimo tiro, muovendo appena la pianta del piede, in modo quasi impercettibile. Ma sente l’uccello pulsare.
- Pensi di essere discreto, ma ti abbiamo visto e sentito: due coppie e due singole, una per una sessione bdsm, l’ho sentita contare ad alta voce e gridare mentre facevo sborrare il mio uomo con il piede. - E mentre lo dice accelera un po’.
Ho il cazzo di marmo.
E suonano alla porta. - Ora ti tolgo i pantaloncini e poi tu va ad aprigli a cazzo nudo, nuovo vicino di casa.
Lo fa, lentamente, e lui non suona ancora. Ok, sono d’accordo.
Mi insaliva la cappella, velocemente, giusto per mettere in scena la saliva in bilico sul glande, a beneficio del suo ragazzo.
Apro la porta, a cazzo nudo. - Buongiorno, Daniele - mi fa lui allungando la mano per stringermela. Ricambio il saluto. - Vedo che Agnese non mi ha aspettato.
- No, amore, sai che sono molto golosa. Ora mettiti buono e seduto, e tirati giù i pantaloni. Per fortuna Daniele è uno di noi.
- Uno di voi? - cerco di capire a che gioco stanno giocando.
- Anzi, Daniele, tu accomodati sul divano, il caffè se lo fa Alberto, possiamo?
- Certo, Alberto fai pure, io seguo Agnese.
- Sì, va bene, Daniele, quello che vuoi. Ma se vuoi un consiglio, dopo un po’, prendi in mano la situazione, abbiamo sentito che lo sai fare.
Questa mattinata afosa si sta rivelando meglio del previsto.
- Vedi Daniele - e mentre mi parla si inginocchia tra le mia gambe spalancate sul divano - Alberto è cuck, forse un po’ bi, ma non gioca mai. Gode dell’astinenza e dei miei ordini, avrai capito il gioco, non sei l’ultimo arrivato.
- Sì certo, dio, sei, fottutamente, brava - cerco di biascicare tra la sostanza e la sua bocca, che avvolge la mia cappella, giocando con la lingua, tra una parola e l’altra.
- Quindi quando abbiamo iniziato a spiarti, non ci credevamo - e intanto lo fa scivolare nella bocca, sempre più intensamente. Io gemo.
Ad ogni parola lascia scivolare saliva sul mio cazzo, sempre più duro, grosso, pronto e reattivo per una selvaggia fantasia che si sta realizzando.
- Un vicino di casa che potrebbe giocare con noi, quando abbiamo voglia.
- E io - e infila completamente il mio cazzo nella sua gola, senza nessun conato ma facendomi sentire la cappella avvolta - ho voglia spesso - dice sporca di saliva. Le prendo il viso e la porto a baciarmi. Sento il sapore del mio cazzo sulla sua bocca, mi eccita vederla così troia da allungare la mano dentro gli short e iniziare a masturbarsi.
- Non ce la facevi più, eh, troia? - Conosco il gioco, voglio il gioco, sento l’odore della sua figa bagnata attraverso gli short.
- Aspetta un attimo, a farlo uscire, porco, il lato dominante: fa caldo, lasciami fare. - E mi appoggia le mani al petto, forte, schiacciandomi sul divano e allargandomi, poi, le gambe. - Voglio gustarti per bene - e mi prende in mano il cazzo, chiudendo le dita sulla cappella, coprendola e scoprendola lentissima, avvicinando le labbra - o hai fretta? - sillaba lentissima avvicinando la lingua al buchetto. E poi scorre sul frenulo e a me sembra di impazzire.
- Ti odio
- Invece mi ami, lo sento sul tuo cazzo - e lo stringe forte, alla base, schiacciando i testicoli ormai pieni e facendolo svettare, rosso e grosso - sì, mi fermavo a guardare la tua sega del mattino, sborrarti sulla pancia e andavo a lavorare bagnata. - E la sega lentissima prosegue, mentre lei mi parla. - Alberto? Oh, bravo, hai capito, ti stai segando.
Cazzo, tanto preso dalle mani e dalla bocca di Agnese, che torna sulla cappella, che mi ero dimenticato di Alberto. Non ho mai capito fino in fondo, un cuck che si fa umiliare. Cioè, nemmeno una sub che si fa umiliare. Ma nel sesso, in fondo, non si può capire - ah, vedo che ti piace la mia lingua nel culo - interrompe i miei pensieri leccandomi il buco e parlandomi avvicinando il dito - allora vediamo cosa pensi di un dito - è vero, non si può capire il piacere ma vivere, eppure Agnese ha capito cosa mi piace e mi sta succhiando completamente il cazzo e bagnandolo e scorrendoci con la mano e la bocca e la lingua mentre il dito mi massaggia appena l’interno dell’ano e scivola e devo resistere per non sborrare e Agnese ora rallenta e sfila il dito.
- Lo so che se continuo ti faccio sborrare, Daniele - Ma prima Alberto mi deve un po’ di sborra. Vieni a sborrarmi le tette, Alberto? - Lui si alza, mentre lei si prende lentissima il mio cazzo in bocca, e guarda me e guarda lui. Lo lascia e mi masturba piano mentre lui si sega veloce per davvero tre secondi e le esplode sul seno ancora parzialmente avvolto dal top in mille fiotti densi trattenendo forti gemiti.
- Ohh bravo il mio Alberto. Masturbarti senza farti godere per una settimana ha dato i suoi frutti. O forse il tuo seme.
Mi guarda, raccogliendo lo sperma del suo uomo su un dito, mettendoselo tra le labbra e usandolo come lubrificante, ce ne fosse bisogno, per la sua bocca sul mio cazzo, così duro da impazzire.
Si toglie il top: - Peccato tu non abbia avuto pazienza, Alberto. Sai quanto mi piace la sborra sulla pelle, specie sulle tette. Qua se n’è andata tutta sul top che volevo regalare a Daniele. Vedrò come punirti. A proposito, Daniele, fa troppo caldo. Ci spostiamo a casa nostra?
È completamente nuda mentre lo dice, si tocca appena la figa depilata davanti a me, allargandola e stringendola a beneficio del mio sguardo perso. Si infila tre dita facilmente, tanto è bagnata (e noto le dita piccole, che adoro già per come mi masturbano).
Con l’altra mano mi sfiora l’uccello, talmente sensibile da farmi sobbalzare: - Dai, prepara un altro po’ di thc per la tua bimba porca. Alberto mi lega al letto, con il condizionatore e le gambe aperte. Aperte, spalancate per te, come la nostra porta di casa, proprio di fianco alla tua. Non farmi aspettare troppo.
Alberto è il primo ad uscire, senza dire una parola. Agnese si fa guardare il culo e si volta per verificare che faccia effetto. Lo fa.
Benvenuti, nuovi vicini di casa. Arrivo. (continua).
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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